Dopo il grave declino post-sovietico, la coltivazione della lavanda è un’industria in ripresa.
L’industria moldava della lavanda era prospera durante i giorni dell’URSS
L’industria della lavanda, utilizzata in particolare in profumeria, è uno dei pochi settori non colpiti in Moldova, un piccolo paese incuneato tra Ucraina e Romania e uno dei più poveri d’Europa. Il suo olio essenziale – rinomato per le sue proprietà rilassanti – fu consegnato a Mosca fino all’autunno del 1991. Durante il declino post-sovietico, gli agricoltori non avevano più dove esportare la loro produzione e quasi tutte le fabbriche sono cadute in rovina. Dei 5.400 ettari coperti da questo impianto nel 1989, ne sono rimasti appena 500 intorno al 2001.
La produzione di olio essenziale è scesa da 180 tonnellate a 10 tonnellate nello stesso periodo. Ma ora, la tendenza si è invertita: i campi di lavanda coprono ormai 1.400 ettari e la produzione di olio essenziale dovrebbe raggiungere le 20 tonnellate quest’anno. Comunque, queste cifre restano lontane da quelle dell’epoca dell’URSS.
Nuovi cliente che figurano
Si può dire che l’industria è in procinto di rinascere come ogni anno almeno cinque nuovi agricoltori iniziano a piantare lavanda. I gruppi internazionali hanno notato gli sforzi della Moldavia: il 99% dell’olio di lavanda va per l’esportazione, principalmente verso l’UE ormai.
Il principale cliente è la Germania, ma la acquistano anche Bulgaria e Francia, due importanti produttori mondiali. Il gruppo francese di creazione di aromi e fragranze Mane ha fondato una filiale in Moldova nel 2015 e Weleda, un produttore svizzero di cosmetici, ha elogiato la qualità eccezionale dell’olio essenziale di questo paese. Nonostante questa nuova prospettiva di vita, il futuro rimane incerto per la lavanda moldava, in particolare a causa dei cambiamenti climatici. Un rapporto del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (UNDP) tende di confermare questo colpo duro.