Il processo d’invecchiamento per gli animali e per gli uomini rimane molto misterioso per gli scienziati. Finora è stato difficile.
Gli “orologi” del DNA
Per rispondere a questo problema è stato sviluppato un metodo per stimare la durata della vita delle specie, basato sulle modifiche del loro DNA durante la loro esistenza. Descritto in Scientific Reports e in un articolo su The Conversation pubblicato il 12 dicembre 2019, alla fine ha dimostrato che gli esseri umani hanno una durata di vita “naturale” di circa 38 anni.
Per raggiungere queste conclusioni, i ricercatori australiani della Commonwealth Scientific and Industrial Research Organization (CSIRO) hanno sviluppato quelli che chiamano “orologi” del DNA. Aiutano a determinare l’età di un animale, utilizzando un processo chiamato metilazione del DNA. Infatti, il declino delle funzioni biologiche si osserva nelle aree del DNA non codificante, che promuovono la metilazione. Quest’ultimo provoca la comparsa di gruppi metilici in alcuni geni, che porta a mutazioni. La squadra per questa ricerca ha utilizzato 252 genomi di specie di vertebrati – sequenze di DNA complete – che hanno confrontato con la durata della vita nota degli animali. Gli scienziati alla fine hanno scoperto di poter fare qualche ipotesi, osservando dove si è verificata la metilazione del DNA in 42 geni specifici.
Per gli esseri umani, una longevità “naturale” ancorata
La longevità “naturale” degli esseri umani moderni è stata determinata in 38 anni. Una cifra che corrisponde peraltro alle stime antropologiche per i primi uomini moderni. Tuttavia, in The Conversation, i ricercatori osservano che gli esseri umani oggi potrebbero essere un’eccezione a questo studio poiché i progressi nella medicina e nello stile di vita hanno allungato la durata media della vita. È interessante notare che da un lato i Neanderthal e i Denisova – strettamente imparentati con gli esseri umani moderni – avevano una durata massima di 37,8 anni.